venerdì 10 febbraio 2012

Proroga quote latte, indagine Ue

Italia sospettata di aiuti di Stato
La Commissione ha aperto una procedura di indagine formale nei confronti dell'Italia: nel mirino il rinvio di 6 mesi delle sanzioni, inserito nel "Milleproroghe" dello scorso anno. Nel 2010, la Commissione aveva richiesto chiarimenti anche in merito al primo rinvio. "Se risulterà contrario alla legislazione europea - disse un portavoce - adotteremo le misure necessarie"
Lo leggo dopo

BRUXELLES - La Commissione europea ha aperto nei confronti dell'Italia una procedura di indagine formale sugli aiuti di stato, invitandola a fornire informazioni in relazione alla proroga di 6 mesi al 30 giugno 2011, del pagamento della rata delle multe sul latte in scadenza al 31 dicembre 2010. La proroga viene considerata dalla Commissione come un aiuto di Stato incompatibile con i trattati europei. L'Italia ha un mese per rispondere a Bruxelles, presentando "le proprie osservazioni" e fornire chiarimenti.

La proroga al 30 giugno 2011 del pagamento delle multe per gli allevatori che avevano superato i limiti di produzione imposti a livello comunitario era stata inserita nel decreto Milleproroghe approvato il 25 febbraio 2011 durante una seduta infuocata 1 e preceduto da un voto di fiducia. Poco dopo l'approvazione, a fine febbraio la Commissione europea aveva inviato al governo italiano una lettera in cui si chiedevano chiarimenti sul rinvio. Lo slittamento del pagamento delle rate sulle quote latte era stato molto criticato da Confagricoltura. "Uno schiaffo ai produttori onesti" lo definì l'associazione, che denunciò la "blindatura della fiducia" per far passare con il Milleproroghe un provvedimento "iniquo".

Nell'ottobre del 2010, l'organismo Ue aveva scritto all'Italia per avere chiarimenti anche sulla prima proroga, che aveva fatto slittare i pagamenti al 31 dicembre 2010. La risposta di Roma arrivò in ritardo, il 3 febbraio 2011, con dieci documenti di spiegazione "molto lunghi". "E' chiaro che se questi provvedimenti risultassero essere contrari alla legislazione europea - avvertì all'epoca un portavoce del commissario Ue all'agricoltura - , prenderemo le misure necessarie". Ovvero, l'apertura della procedura d'indagine, puntualmente scattata un anno dopo.

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