domenica 12 ottobre 2014

DA FORZA ITALIA A FORZA FROCI. La triste parabola di VANDEAITALIANA ( http://santosepolcro1.blogspot.com ) E BLACKNIGHTS1.BLOGSPOT.COM

Matrimoni gay: li vogliono più gli elettori di Forza Italia che quelli del centrosinistra

Secondo le rilevazioni di Demos il 64% degli elettori di Fi è favorevole alle coppie omosessuali

La maggioranza degli italiani dice sì alle nozze gay. Ed è la prima volta che succede. Lo rileva Demos nei sondaggi effettuati per la Repubblica, ma la fotografia scattata alle tendenze degli italiani regala altre sorprese.
Secondo i sondaggi il fronte pro coppie gay è assolutamente trasversale, taglia tutta la popolazione a prescindere dalle coloriture politiche. Infatti i matrimoni gay ottengono l'approvazione del 70 per cento degli elettori grillini, del 64 per cento di quelli di Forza Italiae solo del 56 per cento di quelli del Partito Democratico. Insomma, per la prima volta, le coppie civili riscuotono più successo tra gli elettori dic entrodestra che tra quelli di centrosinistra. 

giovedì 9 ottobre 2014

FORZA GAY. IL NUOVO PARTITO DI BLACKNIGHT1.BLOGSPOT.COM E SANTOSEPOLCRO1.BLOGSPOT.COM

É Forza Gay il nuovo partito di Berlusconi?
di Luigi Santambrogio09-10-2014AA+A++
Forza Italia o Forza Gay? Il dubbio era già serpeggiato durante l’estate e in tanti si erano fatti la domanda: ma Berlusconi ci è o ci fa? Oggi, dopo il diktat del ministro Alfano sul registro dei matrimoni gay (clicca qui) e le dichiarazioni dei capataz del fu partito delle libertà, non ci sono più dubbi: Silvio ci fa, eccome se ci fa. Fino al punto di mettere la fida Mara Carfagna a capo del neonato Dipartimento dei Diritti Civili di Forza Italia, una sorta di lib-lab, laboratorio di idee e proposte made in Arcore. Pure la sede, suggeriamo, potrebbe trovare ospitalità in una delle cento stanze della villa brianzola, magari nelle tavernetta ormai vuota e orfana dei notturni happening del bunga bunga. Tanto, le donne deputate del Dipartimento sono grosso modo le stesse che frequentavano quella serate. 
Vabbè, manca la Minetti, tornata all’esercizio dell’antica professione (igienista mentale) ma ci sarà sicuramente la Brambilla, l’animalista (pesci esclusi) di fiducia del trio Silvio-Dudù-Pascale.  Anche sul caso Alfano, la Michela Vittoria, in qualità di responsabile degli Affari Sociali (?) del partito non ha perso l’occasione per farsi notare dal capo, dicendosi «pronta ad impegnarsi per colmare il vuoto normativo che ancora consente al governo Renzi per bocca del ministro Alfano di opporre anacronistici veti e dimostrare ancora una volta di non essere in sintonia con il Paese e il Parlamento». Dagli allevamenti di beagle, dove la Brambilla faceva l’indignata lady anti vivisezione, ai Gay Pride il passo è breve. Sempre di diritti si tratta e poi fare il verso al doberman e vestirsi da drag queen sono modi molto trendy per essere “in sintonia con il Paese e il Parlamento”. 
Berlusconi ci fa, le presto avremo una bella legge per i matrimoni omosessuali e i diritti Lgbt firmata dalle premiéres dames del recinto berlusconiano: Brambilla, Prestigiacomo, Biancofiore, Gelmini e Carfagna. Sarà l’ex ministra alle Pari Opportunità la guida e la mente del Dipartimento e già questo dice tutto. Delle cose fatte quando la bella Mara era al governo, non ne parleranno certo i libri di storia, ma anche le cronache faticano a ricordarsele. Fu la principale promotrice della legge che ha introdotto il reato di stalking e insieme ad Anna Paola Concia, leader del movimento delle lesbiche italiane, ideò la campagna contro l'omofobia e la violenza basata sull'orientamento sessuale. E nel Pdl fu la prima a schierarsi a favore delle coppie gay. Insomma, le sue carte sono belle e tutte in regola per il lavoro che l’attende.
E dire che gli inizi della carriera politica dell’ex «calendarista sexy, prodotto della mignottocrazia berlusconiana», come definì la Carfagna il suo ex compagno di partito, il senatore Paolo Guzzanti, non furono tutte lesbo e gay. Anzi. Guzzanti, poi, si pentì di quegli attacchi e tornò docile all’ovile di Palazzo Grazioli e pure Mara stese un velo, anzi una velina, sul passato un po’ monello e frou frou che la consegnò quale sogno hard per maschi arrapati e rigorosamente eterosessuali. Da deputata (era il 2007) fece subito infuriare le associazioni Lgbt quando dichiarò che «i gay sono costituzionalmente sterili», difese «il fondamento della famiglia», disse che «per volersi bene il requisito fondamentale è poter procreare» e che dunque «non c'è nessuna ragione per la quale lo Stato debba riconoscere le coppie omosessuali». Parole sante, che scatenarono l’ira dell’allora rifondarola Vladimir Luxuria che la gelò così: «Non mi sento di prendere lezioni da chi crede di difendere la famiglia e intanto ne sta sfasciando una, quella di Berlusconi». Leggera allusione alla sua responsabilità del divorzio con Veronica. 
Oggi Vladimiro Guadagno, alias Luxuria, è grande amica(o) della redenta Mara, così come lo sono Anna Concia, Franco Grillini e tutta compagnia arcobaleno. Già, perché non appena fu ministra, la Carfagna si riconvertì e diede anima e corpo (look da monachella, tailleur da impiegata in Vaticano e mai più decolté) alla causa gay e lesbo. La via di Damasco fu per lei l’incontro al Quirinale (era il maggio del 2008) quando Napolitano, per celebrare la Giornata contro l’omofobia, invitò tutte le associazioni omosessuali: Arcigay, Arcilesbica, Circolo Mario Mieli, Di gay project, Mit, Agedo, Famiglie Arcobaleno, I-kan, Rete Lenford, Gaylib. Non era mai successo. Lì, Mara tirò fuori il foglietto e fece un discorso memorabile: chiese scusa per le offese lanciate due anni prima ai gay e poi per aver negato da ministro il patrocinio al Gay Pride romano, fece il mea culpa ammettendo di «essere stata guidata da un pregiudizio». Paola Concia si era già asciugata le lacrime, mentre Mara la ringraziava «per avermi aiutata a sfondare il muro della diffidenza della quale penso di essere stata allo stesso tempo vittima e inconsapevole responsabile, in un passato remoto, ormai ampiamente superato». Alla fine baci e abbracci sotto lo sguardo commosso di un Napolitano in doppio petto arcobaleno. 
Dal Quirinale in poi, la leadership di Mara della destra gay non è più stata messa in discussione. Neppure dalla sinistra, la stessa che pochi anni prima la beffeggiava e insultava come la favorita dell’harem del sultano Berlusconi.  La defunta Unità, lo scorso anno, scriveva che nel «partito azzurro le voci liberal di prestigio sono Mara Carfagna e Stefania Prestigiacomo», Cecchi Paone la indicava a tutti come “icona gay”. Ma la vera consacrazione, la signora l’ebbe quando ricevette la visita di Stuart Milk, consigliere di Obana per i diritti gay e nipote di Harvey, primo martire del movimento gay Usa. Il tipo dichiarò ai giornali che «la ministra Carfagna ha avuto il coraggio di cambiare idea, come Obama in America proprio sulla questione del matrimonio gay» e la consigliò di «concentrarsi sui giovani, perché il movimento lgbt è fatto soprattutto di persone giovani che sono il futuro del mondo». Infine, la consegna del premio al merito (gay): l’onorificenza del sindaco di San Francisco datale da Nancy Pelosi.
Scandalo? Macché, tanto di cappello alla signora Carfagna, perfino ammirevole per capacità, pazienza e tenacia nel rovesciare il tavolo del dejà-vu politico e riaccreditarsi sotto altre specie e in altri territori. Del resto, se pure il centrodestra ha bisogno di pescare consensi in quel mondo, per strapparlo alla sinistra, beh, che si accomodi. Faccia Dipartimenti, promuova dibattiti, proponga leggi, promuova diritti così come vuole il nuovo gender pensiero.  Vedremo come l’ex Cavaliere saprà indorare la pillola per farla ingoiare al suo elettorato cattolico. Che per il momento è costretto, un giorno sì e l’altri pure, a sopportare i coccodè della fidanzatina di Arcore. Ma che volete, questo è catalogo, questa è la Forza Italia dei nuovi diritti, della doppia tessera con l’Arcigay e delle serate al Gay Village. Dove a capo del “cerchio magico” c’è un’ex valletta che giudica, promuove o infama dentro e fuori il partito. E si permette di insultare i ministri con il silenzio-assenso dei capoccia forzisti.  «Alfano è un perdente di successo, sfrutta la religione cristiana subdolamente», ha dichiarato la first lady alle agenzie. 
Massì, lo sanno tutti che madame di religione è espertissima, ne sa abbastanza per bacchettare anche il Papa. Anzi, Papa Francesco no, perché, dice la Pascale, rovescerà il punto di vista della Chiesa anche sui matrimoni gay e i diritti degli omosessuali. E guarda un po’ se con un Papa così aperto e comprensivo, uno come Alfano si può permettere di dichiarare fuori legge le unioni omo e lesbo. Il predicozzo viene da Giovanni Toti, altro pezzo da novanta della scuderia Berlusconi. Si dice umiliato, il tipo, dall'iniziativa di Alfano perché «non possiamo certo rimanere un passo indietro rispetto al Sinodo e al Papa». Toti è consigliere politico di Berlusconi, era direttore del Tg4 ma qui si improvvisa pure teologo, alla Mancuso, s'intende. Avanti così e questi delfini in cerca di un acquario presto scriveranno sulle loro bandiere: "Papa mit uns", il Papa è con noi. Come quei tipi che camminavano con il passo dell'oca. Cari cattolici, non c’è più religione e anche l’Uomo della Provvidenza non è più il Silvio di una volta. Ci resta la papessa Pascale: lei sì che è Francesca.

venerdì 26 settembre 2014

Abrogare o abolire http://blacknight1.blogspot.com / blacknights ?

Qualche giorno fa IN QUESTO POST ho evidenziato  la mancanza totale di basi giuridiche da parte del sig. Blacknight segnalando altresì l'uso erroneo del verbo abrogare da parte sua.


In quell'occasione aveva scritto che la Consulta abroga le leggi, mentre in realtà le abolisce (le dichiara illegittime).

Stavolta - invece - sempre errando, ha scritto che l'art 18 stat.lav. deve essere abolito da una riforma.

Blacknights così conferma di ignorare completamene la differenza tra i due verbi.

Facciamo un esempio:

- se l'art 18 fosse dichiarato illegittimo dalla Consulta sarebbe abolito
-  se l'art. 18 fosse sostituito da un'altra legge, sarebbe abrogato.

Tanto difficile da capire?
A me sembra di no.
Fermo ciò restando, è davvero significativo che chi vuole l'abrogazione della suddetta norma sia stato  poi il primo a piangere quando è stato cacciato dall'UGL (probabilmente per manifesta incompetenza).
Sennonché appena due anni fa la suddetta norma è stata modificata in maniera pedestre da quella criminale di Elsa FORNERO.

Possibile che ogni governo nazi-italiano che si sussegue deve fare sempre le stesse fesserie?

L'articolo 18 è una bandiera



Modificare, abrogare, conservare l'articolo 18 non ha conseguenze taumaturgiche.
Abolirlo non crea nuovi posti di lavoro se le tasse resteranno all'attuale livello e conservarlo non ne toglie.
Tanto più che la versione più accreditata lo vorrebbe abolito solo per i nuovi assunti e per la durata di tre anni.
Praticamente nulla.
L'articolo 18 è però una bandiera attorno alla quale i comunisti e la sinistra in genere hanno l'ultima linea difensiva.
L'articolo 18 è una bandiera utile, se abolito, per cominciare a smantellare lo stato mamma che ci ha solo impoverito, mentre ha innalzato una casta di burocrati, sindacalisti, funzionari di partito.
L'articolo 18 andava cambiato nel 1994, come aveva pensato Berlusconi, esattamente come le pensioni dovevano essere riformate nel 1994 come aveva proposto Berlusconi.
Poi è arrivato il famigerato avviso di comparizione e la casta ha bloccato il Cavaliere, come lo ha bloccato nel 2001-2005 e 2008-2011.
Adesso Renzi prova ad obbedire ai diktat europei portando il partito comunista (che oggi si chiama pd) sulla barricata degli abolizionisti.
Così l'articolo 18 diventa di nuovo una bandiera.
Per chi vuole obbedire agli gnomi europei, dopo che gli stessi contribuirono ad impedirne la abolizione contro Berlusconi e alleandosi con chi, oggi, quell'articolo 18 difende.
Ma è anche la bandiera di chi non si rassegna a perdere l'ultimo brandello ideologico di una stagione che fu, dopo aver perso la propria identità.
Ed infine è la bandiera di chi, pur riconoscendone l'inutilità, anzi la dannosità, lo ritiene uno strumento utile per contrastare il bulletto fiorentino.
Ed ogni occasione è buona per cercare di sbarazzarcene, anche difendendo l'articolo 18.

martedì 23 settembre 2014

L'ignoranza di http://blacknights1.blogspot.com ( massimo blacknights ) NON è da meno.

ECCO COSA SCRIVE IL TROTINO BOLOGNESE:



"Ma è così necessaria una corte che si intromette nella vita politica, abrogando le più significative leggi gradite al Popolo come quella contro l'immigrazione o quella contro ladroga ?
E' così necessaria una corte che, con una composizione di 14 giudici meridionali - di cui 9 campani - e uno solo settentrionale, ha abrogato la circolare Gelmini che riservava le cattedre ai residenti ?"


Lasciando da parte l'analisi sui profili di incostituzionalità dei ddl sulla droga e sull'immigrazione - per quello basta leggere il FiandacaMusco -  che di sicuro non possono essere esposti ai somari,
rendo noto che:

1) LE CIRCOLARI NON SONO FONTI DEL DIRITTO VINCOLANTI, MA SOLO ATTI INTERNI;
2) LA CORTE COSTITUZIONALE - COME E' NOTO ANCHE AD UN RAGIONIERE - NON SINDACA SULLE CIRCOLARI;
3) LA CORTA COSTITUZIONALE NON ABROGA, MA ABOLISCE. DICHIARA CIOE' COSTITUZIONALMENTE ILLEGITTIMO  UN ATTO AVENTE FORZA DI LEGGE.

La Corte costituzionale, a norma dell'art. 134 cost.,  giudica:

  • sulle controversie relative alla legittimità costituzionale delle leggi e degli atti, aventi forza di legge, dello Stato e delle Regioni;
  • sui conflitti di attribuzione tra i poteri dello Stato e su quelli tra lo Stato e le Regioni, e tra le Regioni;
  • sulle accuse promosse contro il Presidente della Repubblica, a norma della Costituzione.


NONCHE' SULL'AMMISSIBILITA' DEL REFERENDUM

CAPITO ORA PERCHE' I GIUDICI COSTITUZIONALI SONO  NAPOLITANI?

FORSE PERCHE' IN TUTTA LA PADANìA NON RIESCONO A TROVARE UN TIZIO MENO IGNORANTE DEL TROTA

MA DOVE DIAVOLO HA STUDIATO GIURISPRUDENZA BLACKNIGHTS DA BOLOGNA?

ANCHE LUI IN ALBANIA / PADANìA ASSIEME AI  CELEBERRIMI "NEUTRINI" DELLA GELMINI ?


IN SOLE TRE PAROLE E' RIUSCITO A SPARARE TRE CAZZATE STRATOSFERICHE.

sabato 13 settembre 2014

Meglio camorrista che dello stesso stato di Vandea Italiana / starsandbars ( http://santosepolcro1.blogspot.com

L'ANALFABETA VANDEA ITALIANA - ANALFABETA CHE NON RIESCE NEMMENO PER SBAGLIO AD INFILARE UNA VIRGOLA CORRETTAMENTE - SCRIVE:

"Napoli: . "La camorra ci protegge, lo Stato ci uccide" .

Sfidare lo Stato e la Normalità andando in tre su un motorino, senza assicurazione, in compagnia di un evaso e di un pregiudicato, senza casco, non fermandosi ad un posto di blocco, dove la camorra regna sovrana e detta legge, può comportare gravi pericoli.
Anche la morte. Se non volete questa Italia, potete anche emigrare". 

Il sottoscritto risponde:
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Sentire parlare di legalità un milanese che se la fa con il PREGIUDICATO Berlusconi e i suoi scagnozzi parimenti PREGIUDICATI è come ascoltare Enzo Maiorca che si atteggia ad esperto di alpinismo: un no sense con effetti tragicomici. Ad ogni modo, tralasciando il contenuto e il solito florilegio di errori sintattici commesso dall'analfabeta Vandea Italiana,
 la domanda che pongo all'eventuale lettore  normodotato  in merito  alla suddetta raffica di sciocchezze è:
PERCHE' MAI DOVREMMO EMIGRARE DALLA NOSTRA TERRA? 
SONO SEMMAI  I NAZI-ITALIANI CHE DEVONO SMAMMARE DAI TERRITORI OCCUPATI 153 ANNI fa PORTANDOSI DIETRO IL LORO STATO MAFIOSO CONGIUNTAMENTE AI SOLDINI DELLE MAZZETTE PER L'EXPO E IL MOSE.

E, al riguardo, è inutile aggiungere che i Bronzi  di Riace, le opere di Caravaggio e i reperti di Pompei devono restare a casa e non essere tradotti nella PADANIA delle MAZZETTE e dell'EVASIONE FISCALE, NONCHE' - UDITE UDITE - EPICENTRO DELLE TRUFFE ALLE ASSICURAZIONI.

N.B. Evito ogni ulteriore giudizio di valore sulla prevalenza del valore vita rispetto a qualsiasi altro bene giuridico.
Sarebbe inutile far notare che non fermarsi all'alt dei carabinieri NON costituisce reato, ma solo un illecito amministrativo, nonché evidenziare che sinceramente a me fa paura quel carabiniere che spara al ragazzino di 16 anni e poi redige una nota di servizio falsa.
Sarebbe inutile perché l'uomo della strada - ovvero l'idiota che non calpesta le aiuole salvo poi evadere le tasse - è buono a fare certi ragionamenti solo con persone modeste e/o scapestrate (id est: Davide Bifulco, figlio di una donna delle pulizie) e solo finché una situazione del genere non capita a lui.
Quando, invece, un suo familiare viene trafitto da una pallottola perché - per errore - ha violato un senso unico o ha ricevuto una cartella pazza dell'Equitalia, allora sì che la coerenza va a farsi friggere.
E così iniziano le litanie, le lamentele e gli isterismi di chi nella vita ha saputo  solo piagnucolare e parlare a vanvera.


SULLO STESSO ARGOMENTO:
"Da Burlequoni a Vandea Ruba Cuori"

"VandeaItaliana non piangere, ti rimane sempre Nicole Minetti" http://amicodeltrota.blogspot.it/2012/04/starsandbarsvandeaitaliana-non-piangere.html

"Vandea Italia all'ignoranza si rimedia, alla stupidità no".

L'amico immaginario di Vandea Italiana.

venerdì 5 settembre 2014

L'interista VANDEA ITALIANA ( http://santosepolcro1.blogspot.com

AL CUOR, SI SA, NON SI COMANDA, MA

IL SEDICENTE DIFENSORE DELLA FAMIGLIA VANDEA ITALIANA SI VENDE SEMPRE PER POCO.

PUR DI DIFENDERE IL SUO ICARDI - che intrattiene un rapporto more uxorio con la moglie di Maxi Lopez, una specie di pornodiva che ha avuto pure dei figli da maxi lopez - VANDEA ITALIANA E' ARRIVATO AD ATTACCARE GRATUITAMENTE MARADONA.


Per carità, stavolta è una posizione legittima,
ma conferma - ancora una volta - quanto vandea italiana sia una persona incoerente:

E' o non è lui colui che si arrabbia per una parolaccia?

E' o non è lui colui che contesta al prossimo anche la minima azione o dichiarazione fuori posto?

Così come per Berlusconi giustifica ciò che non farebbe mai per gli altri,
allo stesso modo per l'Inter arriva a difendere il chiavettiere ICARDI.

LA COERENZA - COME AL SOLITO - E' STATA CALPESTATA.




martedì 2 settembre 2014

La partita della pace.

Maradona ha dichiarato alla fine di essere "inca*****" perchè ha giocato Icardi.

Ricordo che Maradona non molto tempo fa non aveva avuto parole tenere per il giocatore dell'Inter: "E' un traditore, ai miei tempi l'avremmo picchiato a turno"

Un vero PACIFINTO...il guevarista.

(a Maradona avranno fatto l' antidoping ?)

Quanta ipocrisia, in certe forzature mediatiche...

sabato 2 agosto 2014

Avvocato Vandea Italiana

Egli scrive:

"Non amo molto i"giornalistid'oggi" come li chiamo nel mio blog, distinguendoli dai "Giornalistiveri" che ormai sono merce rara.
E spesso mi sono lamentato della totale assenza,o latitanza, in Redazione, del Correttore di Bozze, una figura importantissima.
Così stamane, nel guardare la Rassegna Stampa ero sobbalzato nel leggere sul Corriere della Sera, a proposito di un fatto di Cronaca Nera, questo titolo : "AVVOCATA trovata morta e senza testa" ! Per quanto mi era stato insegnato, Avvocata è infatti riservato alla Madonna (vedasi Salve Regina ed altro...). E così, prima di accingermi a scrivere codeste due righe, sono andato sul sito del quotidiano milanese, dove il Correttore di Bozze è si è entrato in azione, ma peggiorando la situazione, con "AVVOCATESSA", epiteto scherzoso e finanche spregiativo. Esiste solo "Dottoressa" e "Professoressa", infatti. Anche le donne, con buona pace di suffragette e veterofemministe, sono AVVOCATO".

Al riguardo mi duole far notare che il Corriere della Sera stavolta ha ragione: il termine AVVOCATA,  infatti,  seppur sconosciuto al tuttologo Vandea Italiana, è la forma corretta di rivolgersi ad un avvocato di sesso femminile.

Sul punto segnalo il medesimo dizionario del corriere della sera:
http://dizionari.corriere.it/dizionario-si-dice/A/avvocata.shtml

SI DICE: AVVOCATA, AVVOCATO (FEM.)

NON SI DICE: AVVOCATESSA


DOMANDA: PERCHE' PARLARE A VANVERA SE L'IGNORANZA E' LA PROPRIA?

P.S. IO, INVECE, SOBBALZO OGNI VOLTA CHE MI CAPITA DI LEGGERE LA PARATASSI DI VANDEA ITALIANA.

venerdì 11 luglio 2014

Per qualche dollaro in più.

Berlusconi riceve ad Arcore un'associazione di gay. La Pascale all'origine della svolta sui diritti

​Non segna il passo la svolta di Berlusconi sui diritti civili degli omosessuali. Quella «battaglia che in un paese davvero moderno e democratico dovrebbe essere un impegno di tutti», come disse il Cavaliere il giorno successivo l'Onda Pride che portò in piazza migliaia di persone, ora apre addirittura le porte della villa di Arcore. A fare gli onori di casa l'artefice del cambio di passo del leader di Fi: Francesca Pascale.

Dopo aver aderito, iscrivendosi all'Arcigay, alle lotte per i diritti delle persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali (lgbt), la fidanzata di Berlusconi dimostra di voler far sul serio ricevendo ad Arcore il segretario nazionale di GayLib, Daniele Priori. Tema dell'incontro, l'apertura di Forza Italia al riconoscimento delle unioni tra persone dello stesso sesso. Nel corso del tavolo - viene raccontato in una nota di Gaylib - si è parlato dell'attività dell'associazione nel centrodestra. In particolare sono stati consegnati documenti sul ricorso alla Corte Europea per il riconoscimento della richiesta di matrimonio in Italia che vedono come protagonista il fondatore di GayLib, Enrico Oliari.

«L'incontro odierno segna l'inizio di una nuova collaborazione tra GayLib e Forza Italia che si annuncia finalmente gravida di possibili soddisfazioni che porteranno a un avanzamento civile e culturale del centrodestra e del Paese intero» ha detto Priori uscendo da Villa San Martino. «Ora è davvero tempo di credere e di agire. Noi ci siamo. Ci volevano proprio il brio, la voglia di cambiamento e lo spirito libertario di una giovane donna come Francesca Pascale», ha concluso. Un nuovo capitolo che, in Fi e tra gli ex ora in Ncd, ha creato qualche distinguo messo a tacere, in casa azzurri, dalla determinazione di Berlusconi, e dalla decisione di Alfano di far viaggiare su piani distinti diritti - da un lato - e matrimoni e adozioni, dall'altro. Pascale, intanto, gioca la sua partita. E accoglie in pieno l'appello che l'Arcigay le fece dopo la sua adesione (assieme a Vittorio Feltri) all'associazione. E ha deciso di «farsi capofila di un movimento all'interno di Forza Italia, che - come chiese il presidente Flavio Romani - metta al centro le nostre istanze e che ci porti entro settembre ad avere un numero consistente di parlamentari azzurri disposti a sostenere e migliorare le proposte di legge che riguardano le persone lgbt. C'è molto da fare in questo Paese - disse Romani il 28 giugno -, non fateci mancare il vostro aiuto».

martedì 1 luglio 2014

Mafiosi e culattoni, la triste storia di http://blacknights1.blogspot.it/

Silvio, addio

primi scricchiolii si erano sentiti alle elezioni europee con la candidatura di Cecchi Paone, sufficiente a farmi cambiare voto e scegliere il porto più sicuro della Lega.
Adesso, dopo la scelta della signorina Pascale, il Cavaliere sembra incarnare il proverbio che vuole Zeus far prima impazzire gli uomini che vuole distruggere.
Quando scrissi che la signorina Pascale era la Isabelita di Berlusconi, non pensavo ad una situazione già così degenerata.
Berlusconi con la sua dichiarazione a favore degli omosessuali dimostra, infatti, dinon essere più lucido e sfida la base del suo elettorato.
Come fece Fini quando, nel 2003, si schierò per il voto agli immigrati.
E come allora abbandonai Alleanza Nazionale, così oggi dico addio a Berlusconi.
Mi piacerebbe che ci fossero presto le elezioni, per vedere quanti voti otterrebbe unaForza Italia pascalizzata.
E naturalmente attendo le reazioni degli uomini di Forza Italia, a cominciare da Gasparri, dalla Santanchè e da tutti coloro che, sino ad ora, si sono battuti per evitare che l'Italia precipitasse in una deriva senza fine.
Perchè non è sufficiente dichiararsi contrari, ma bisogna essere conseguentiabbandonando Forza Italia alla sua deriva omolatra.

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SILVIO ADDIO. 
FINO AL PROSSIMO MESE.
DI SEGUITO SI RIPORTA UN POST 
PUBBLICATO IL 7/1/2013 - OVVERO
 PRIMA DELL'AVVENTO DELLA 
ZOCCOLA DI TURNO (FRANCESCA 
PASCALE)
 - IN CUI IL PEDOFILO 
MAFIOSO GIA' SI PROCLAMAVA
 A  FAVORE DEI RICCHIONI.


lunedì 7 gennaio 2013

BERLUSCONI - il padrone di vandeitaliana ( http://santosepolcro1.blogspot.com - DIVENTA PRO GAY -

Berlusconi, è inutile ribadirlo, non crede in niente e dice semplicemente ciò che gli conviene dire, ma chissà cosa faranno ora i servitori di Satana-Berlusconi Vandeaitaliana e Blacknights. 
Semplice: ubbidiranno al padrone e parteciperanno al prossimo Gay Pride.
Del resto già sono abituati a farlo in privato, visto che tra le virtù del loro Cavaliere oscuro c'è anche la passione per gli spettacolini lesbo
Ad ogni modo sarà molto divertente vederli travestiti da ochette giulive...

Segue l'articolo tratto da ilgiornale.it  (che, al pari di Satana il  padrone, non crede in nulla e scrive ciò che gli ordina quest'ultimo ).




Il Cav apre ai matrimoni gay e fa scoppiare un acceso dibattito

Berlusconi apre: "Serve la maggioranza delle Camere per cambiare il codice civile". Le associazioni gay: "Serve una proposta". Il Pdl: "Gesto liberal

"Se si ha una maggioranza che consente di cambiare il codice civile". Ospite di Rtl 102.5,Silvio Berlusconi ha aperto al riconoscimento giuridico delle coppie di fatto anche omosessuali scatenando un acceso dibattito.



Al direttore di Rtl che gli chiede se dunque lui sia d’accordo, l’ex premier ha mostrato il proprio assenso con la testa.
Secondo quanto emerge dal sondaggio condotto dall’istituto di ricerca Datamonitor, il 54,1% degli italiani è favorevole ai matrimoni gay: un dato leggermente in crescita rispetto alla precedente rilevazione sul medesimo argomento a maggio dello scorso anno, pari al 53,4%. Gli italiani contrari alle unioni omosessuali sono il 43,2%. Il dato invece è molto più deciso sulla questione relativa alla possibilità che le coppie gay adottino un figlio. Su quest’argomento gli italiani sono in grande maggioranza contrari: infatti, per il 77,1% del campione non dovrebbe essere possibile e solo il 20,5% è favorevole alle adozioni per le coppie omosessuali, anche se il trend è in crescita. Tuttavia, l'apertura del Cavaliere ha subito suscitato un acceso dibattito politico. Immediate, infatti, le reazioni dell'associazionismo omosessuale. Per Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center, non basta un cenno del capo: "Dal 1994 ad oggi  le maggioranze parlamentari e i governi di Berlusconi non hanno fatto nulla e anzi sono state chiuse a qualsiasi proposta. Siamo di fronte  ad un cambio di rotta?". Per fugare ogni dubbio, Marrazzo ha invitato Berlusconi a fare proposte concrete da inserire nel programma del centro destra. Sulla stessa linea anche Franco Grillini, presidente di Gaynet e leader storico della comunità omosessuale, che ha chiesto all'ex premier di formare "una maggioranza laica libera dai fanatici". Per Imma Battaglia, presidente di DìGay Project, quella di Berlusconi è solo una boutade elettorale: "Vedremo comunque se si tratta delle solite chiacchiere da propaganda oppure se in Parlamento contribuirà attivamente alle proposte che arriveranno su questo tema".
A chi parla di "inversione di rotta" del Cavaliere, Gaetano Quagliariello, Maurizio Sacconi, Eugenia Roccella e Raffaele Calabrò hanno ricordato il documento sulle unioni civili che lo scorso agosto registrò l’adesione di più di 150 parlamentari del Pdl"Con argomentazioni laiche, sottoscritte infatti da deputati, senatori ed europarlamentari di diversa provenienza culturale - hanno sottolineano gli esponenti del Pdl - vi si ribadiva la contrarietà all’equiparazione giuridica tra il matrimonio e altre unioni affettive anche omosessuali, e la condivisione e disponibilità nei confronti di iniziative legislative volte a riconoscere ai componenti di tali unioni diritti in ambito civilistico o penalistico in tutte le situazioni in cui questi non siano effettivamente garantiti". Barbara Saltamartini, vicepresidente del Pdl a Montecitorio, ha invitato a tutelare la famiglia, così come sancita dalla Costituzione, quale"cellula centrale della società e come tale meritevole di interventi a sostegno".
Dal Vaticano sono subito piovute pesanti proteste. Ai microfioni di Radio Vaticana monsignor Domenico Sigalini, vescovo di Palestrina e capo della Commissione Cei per il Laicato, ha invitato la politica a non fare dei diritti alle coppie gay una priorità della prossima legislatura. "Riconoscerli vuol dire che possono decidere di vivere la loro vita, ma non possono sostituire la famiglia con la loro unione", ha spiegato il presidente della Commissione episcopale assicurando che non c’è disprezzo per nessuno. "C’è comprensione - ha continuato Sigalini - ma di fronte a noi c’è un dato fondamentale della nostra vita, dell’esperienza cristiana, della Bibbia stessa, che non ci permette assolutamente di avallare un discorso del genere, soprattutto di fronte ad una famiglia, che sta dimostrandosi attualmente l’unico punto di salvezza di questa nostra crisi, tra l’altro"







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