domenica 27 maggio 2012

Girolamini, l'ombra di DELL'UTRI e del PdL, tutti amici del camorrista starsandbars/vandeaitaliana http://santosepolcro1.blogspot.com

La vicenda della biblioteca storica dei Girolamini assume sempre di più contorni sconcertanti: non sol a Verona sono stati ritrovati altri 3 depositi pieni di libri provenienti da Napoli, ma si è scoperto che il direttore veronese De Caro - che ha ammesso le proprie responsabilità - è stato nominato direttore senza averne i titoli su pressione del "bibliofilo"  DELL'UTRI e dell'allora ministro GALAN.

Insomma, dove c'è PdL c'è delinquenza (il che include il delinquente vandea italiana / starsandbars di http://santosepolcro.blogspot.com )

Ora, dopo aver ricordato cosa scrisse il signor camorrista vandeaitaliana in merito alla vicenda
("Napoli amano così tanto la cultura......che si fregano pure i libri...Povero Vico. Povera Mia Campania. Sarà colpa del Nord anche questo? Continuate a piangervi addosso, che fate bene..."), 
riporto un ritratto di de Caro, il direttore veronese dei Girolamini piazzato dal veneto Galan, ennesimo esempio di cosa sia il PdL e come abbiano irrimediabilmente rovinato l'Italia ad ogni livello.




BIBLIOTECA DI VICO

De Caro, direttore zero titoli

Chi è il dirigente di Napoli scelto da Galan.




La presenza più strana è quella di Vico, il pastore tedesco che si aggira indisturbato nelle magiche sale dove hanno studiato Benedetto Croce e Giambattista Vico e poi hanno fatto perfino da ricovero per gli sfollati del terremoto del 1980.

DE CARO PRIVO DI COMPETENZE.Incuria, sporcizia, disordine. Da Dario Fo a Franca Rame, da Mirella Barracco a Gerardo Marotta, da Cesare de Seta a Carlo Ginzburg: per i 2 mila intellettuali, che hanno firmato una petizione al ministro per i Beni culturali Lorenzo Ornaghi, Marino Massimo De Caro, 39 anni,veronese, amico di Marcello Dell’Utri e di Massimo D’Alema nonché consulente (per l’energia e per l’editoria) dell’ex ministro Giancarlo Galan, è privo «dei benché minimi titoli scientifici» e della «minima competenza professionale» per ricoprire (senza aver superato un concorso) il delicato incarico di direttore della Biblioteca conventuale dei Girolamini a Napoli. Quella del 1586 dove sono conservati testi importanti di filosofia, teologia cristiana, musica sacra e storia dell'Europa. Ma anche quella da dove sono scomparsi 1.500 libri antichi di inestimabile valore.
DIRETTORE SENZA LAUREA. La splendida biblioteca risulta di proprietà pubblica, ma è affidata tramite una convenzione alle cure dei padri della congregazione dell’Oratorio, ispirata a san Filippo Neri.
Dopo i furti, sul direttore De Caro che non risulterebbe laureato (si è iscritto all'Università di Siena, ma non ha concluso gli studi in Giurisprudenza) e si è ritrovato smentito perfino sulle sue sbandierate origini nobiliari, si stanno concentrando gli strali della critica più feroce e indignata: «È stato come mettere Nerone a capo dei vigili del fuoco. Anzi, un piromane a capo della guardia forestale», hanno ironizzato i più sarcastici.
INDAGATO PER RICETTAZIONE. Lui, con le parole e le gesta, non sembra abbia fatto molto per attenuare tanta ostile attenzione: in un’intercettazione del 27 dicembre 2007, riportata nel libro Il sottobosco firmato da Ferruccio Sansa e Claudio Gatti, si legge per esempio del suo esplicito disappunto verso un capitano dei carabinieri del nucleo patrimonio artistico di Monza che lo stava indagando per ricettazione a proposito di un'opera acquistata in un’asta pubblica in Svizzera. L’indagine è stata in seguito archiviata dai magistrati.

Carriera pirotecnica: da Orvieto all'energia dei russi

De Caro vanta una carriera da molti definita «pirotecnica»: prima assessore dell'Ulivo al Comune di Orvieto, poi responsabile per le relazioni istituzionali dell'Inpdap per il Nord Est, quindi vicepresidente della società di gestione del porto di Rimini, poi altri incarichi in campo energetico e tanto altro ancora. Come il ruolo di console onorario del Congo e la presidenza dal 2007 al 2010 di Avelar energia del gruppo Renova dell'oligarca russo Victor Vekselberg.
NEL GIRO DEL MINISTRO GALAN. Tutto legittimo, ma i critici insistono: non sembra che si sia mai interessato molto alle biblioteche. Eppure De Caro è finito nel 'giro' di Galan che la nominato direttore della biblioteca e poi è stato confermato da Ornaghi, «il 15 dicembre 2011, come accaduto per altri consiglieri dell'ex ministro», da quanto si legge in una nota del ministero.
SCOMPARSI 6 MILA VOLUMI ANTICHI. Dal 1960 al 2007 - secondo stime accreditate - dal convento dei Girolamini sarebbero scomparsi circa 6 mila volumi antichi. Una razzia, anzi una inaudita strage culturale che comprende - ma va ben oltre - la contestatissima gestione di De Caro: sacrosanta è la raccolta di firme, ma c’è chi si sta chiedendo perché - a fronte a simili cifre - nessuno abbia mai protestato prima, né denunciato né promosso petizioni. Tutti zitti o distratti, compresi gli abitanti della zona vicino alla biblioteca che però sottovoce raccontano di strane visite notturne e di misteriose automobili che nel buio sgommano allontanandosi stracariche di chissà quale merce.
NELLA BIBLIOTECA 159 MILA OPERE. I volumi superstiti della Biblioteca dei Girolamini sono 159.700, almeno fino al prossimo furto, ma per Diana De Feo, parlamentare del Popolo della libertà e moglie dell'ex direttore del Tg4 Emilio Fede, De Caro chinato sui volumi sparsi alla rinfusa ricorda l’immagine suadente «di un medico amorevolmente dedito ai suoi pazienti da curare».

Nella biblioteca di Vico i malanni sono antichi: si narra che già nel 1962 due padri oratoriani vennero condannati per il saccheggio degli arredi della chiesa e del convento, nonché di oggetti d’oro e paramenti per il valore di 1 miliardo di lire, oltre a centinaia di libri rari.
Gerardo Marotta, anima del prestigioso Istituto italiano per gli studi filosofici, negli Anni 70 ottenne dal governo l’autorizzazione a conservare nel convento i suoi preziosi libri. Ma non se ne è mai fatto nulla.
FIRPO: CACCIARE I CATTIVI CUSTODI.Lo storico Luigi Firpo, nel lontano 1981, scrisse profetico: «Cacciate via i cattivi custodi, restituite i Girolamini alla Napoli seria e civile».
«Nel 1994», ricorda a Lettera43.it Mirella Barracco, leader della Fondazione Napoli 99, «grazie a uno sponsor abbiamo collaborato con i padri filippini al recupero della Quadreria. Ricordo che accompagnai il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in una bellissima visita. La verità è che nessuno ha mai affrontato di petto le condizioni in cui versano la chiesa e tutto il complesso, compresa la biblioteca».
NOMINA NON MERITOCRATICA. Per Stefano Parise, presidente dell’Associazione italiana biblioteche, il vero problema è di «rivedere drasticamente i criteri di nomina dei vertici degli istituti culturali, almeno di quelli più prestigiosi».
Ma il direttore De Caro possiede i requisiti per ricoprire il ruolo di direttore della biblioteca? «La sua nomina è un calcio negli stinchi al concetto di meritocrazia», spiega Parise, perché «non possiede i titoli: non è un bibliotecario, né un paleografo, né un filologo e né uno storico del libro. Forse è un libraio, una sorta di bibliofilo: è come se il ministro nominasse un melomane al vertice del teatro San Carlo».
DENUNCE SOLO DOPO LA PETIZIONE. E durante la sua gestione sono scomparsi altri 1.500 libri: «È sconcertante che la denuncia del furto da parte del direttore sia stata presentata a petizione già partita» ed è «sconcertante e inaccettabile la storia dei libri ritrovati alle aste internazionali».
Chissà, però, se possa bastare una petizione per salvare la biblioteca. «Sto sollecitando molte interrogazioni parlamentari», prosegue Parise, «a quelle, Ornaghi non può evitare di rispondere».
DIRETTORE DOPO UN CONCORSO. Poi servirà anche chiarire i criteri di nomina del direttore della Biblioteca dei Girolamini, assegnando il ruolo «per concorso», così come avviene per le strutture pubbliche.
Tuttavia ci sono pure da risolvere i furti dei libri e la «carenza di personale che non aiuta le biblioteche»: «Il furto resta un’eccezione, ma non può riguardare di certo i preziosi libri dei padri filippini: quelli dovrebbero essere conservati come i lingotti d’oro. Sotto chiave nei depositi, a una determinata temperatura e grado di umidità».

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