lunedì 20 febbraio 2012

Le vere ragioni dietro il trattato di libero scambio UE-Marocco

Sta tenendo banco in questi giorni nei paesi euromediterranei, il dibattito sull'accordo commerciale Agricolo tra Unione Europea e Marocco, che potrebbe essere approvato domani dal Parlamento Europeo. In pratica si tratterebbe di eliminare o ridurre fortemente i dazi per molte produzioni agricole scambiate tra Europa e Marocco.




Tenendo conto delle produzioni agricole marocchine a basso costo direttamente concorrenti delle nostre produzioni ortofrutticole Mediterranee, questo accordo sta destando grande preoccupazione nel Mondo Agricolo. Così i sindacati agricoli appaiono molto decisi nel denunciarne i rischi per la nostra agricoltura.
“E’ noto – scrive Guidi di Confagricoltura – e ribadito anche da atti del Parlamento Europeo, che il costo del lavoro in Marocco è molto più contenuto di quello medio europeo, ed in particolare di quello italiano, e che nel Paese l’applicazione dei diritti fondamentali ha ancora molte lacune e non ci sono garanzie che la sicurezza alimentare sia basata su principi e procedimenti del tutto analoghi ai nostri”.
Da più parti, in Italia, ci si appella agli europarlamentari italiani perché votino contro il trattato, in vista della seduta plenaria di domani.
Dando una occhiata alla notizia sulle fonti internazionali, ci si rende conto, che questo accordo con il Marocco è osteggiatissimo da Spagna e Portogallo (che se lo trovano molto più vicino) ed in parte anche dalla Francia, dove Bovè, il celebre agricoltore no-global, guida una crociata contraria, insieme alle associazioni di piccoli agricoltori francesi. In Spagna addirittura vi sono state manifestazioni di piazza di agricoltori andalusi che hanno inondato di pomodori, l'ufficio del Parlamento europeo, a Madrid.
Insomma uno schieramento contrario abbastanza nutrito. Ma allora perché questa decisione così contraria agli interessi di tanti agricoltori europei potrebbe andare in porto? Chi la sostiene?
Da qualche parte ho letto che favorirebbe le importazioni dei paesi continentali di prodotti Mediterranei. Potrebbe essere, ma allora perché il nostro Governo, almeno a leggere la nota di Confagricoltura, si è sinora dimostrato espressamente favorevole (ebbene si!) al trattato? "Per non creare un incidente diplomatico" si giustificano i nostri cari tecnici. Ma dobbiamo credergli? E che sarà mai questo Marocco, una potenza nucleare!
Poi leggo una intervista congiunta Bové-Muscardini, dove l'europarlamentare italiana centrista, si fa addirittura portavoce europea delle ragioni dell'accordo al grido: "Investimenti e sostegno finanziario Europei in Marocco".
Ma ancora non basta per giustificare una scelta così deleteria per l'economia agricola italiana. Così cercando ancora, ma nel campo marocchino questa volta, si trova la candida lettera che, il presidente dell’Istituto marocchino di relazioni internazionali (IMRI), Jawad Kerdoudi, invia a Bovè per giustificare le ragioni marocchine dell'accordo:
Le Maroc a scrupuleusement respecté ses engagements vis-à-vis de l’Union européenne, et c’est ainsi que le 1er mars 2012, tous les produits industriels européens entreront sur le marché marocain en franchise de droits de douane
Ovvero:
Il Marocco ha scrupolosamente rispettato i suoi impegni nei confronti dell'Unione europea, e così dal 1 ° marzo 2012, tutti i prodotti industriali europei potranno entrare nel mercato marocchino, liberi da dazi doganali.


Insomma è stato fatto uno scambio anche se nessuno lo dice apertamente: gli industriali Europei potranno liberamente esportare i loro prodotti così come giustamente il Marocco potrà rispettivamente esportare i suoi prodotti agricoli senza restrizioni doganali. Purtroppo noi, come agricoltori europei ed italiani in particolare, ci troviamo nella antipatica condizione di essere le vittime sacrificali del processo di globalizzazione in atto. Faccio mio l'appello di Guidi:
"si abbia quanto meno il coraggio di dichiarare apertamente che l’agricoltura non è un settore economico strategico per lo sviluppo del nostro Paese".
Risparmieremmo un sacco di tempo e di bile!


P.S.: Qualche giorno dopo la stesura frettolosa di questo post, ho trovato questo link, sul ruolo diplomatico attivo del governo Monti nella preparazione dell'accordo con il Marocco. E' datato peraltro 2 Febbraio 2012, precedente dunque alle inevitabili polemiche politiche che annacquano il dibattito attuale sulla vicenda.

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