venerdì 2 marzo 2012

La Tav la vogliamo al Sud

Il Sud ha meno binari rispetto al 1943, anno dei borbardamenti, e i treni sono più lenti rispetto agli anni '50. L'amministratore delegato di Trenitalia, il dott. Mauro Moretti - senza nessun pudore - dichiara apertamente che investire al Sud non conviene. E, infatti, continua a tagliare corse come un ossesso aumentando i biglietti dei poveri pendolari/viaggiatori meridionali trattati alla stregua di polli da spennare. Matera aspetta da 151 anni la sua stazione, muoversi dalla Campania alla Puglia equivale a fare una traversata oceanica e chi attraversa la Calabria rischia di essere disperso in qualche stazione desolata in attesa di una coincidenza che non passerà mai.

Per forza che "investire al Sud" non conviene: prendere il treno è impossibile. E così i poveri meridionali - che pure pagano le tasse e pure partecipano alle menate piene di retorica sull'unità d'Italia - se vogliono muoversi sui mezzi pubblici, sono costretti a muoversi su autobus sovvenzionati dalle regioni meridionali su dei percorsi ad ostacoli che chiamiamo autostrade per convenzione e il cui stato pure attesta l'attenzione che hanno i governi italiani nei nostri confronti.

I politici, che in tv sono sempre pronti a dire che il Sud è una risorsa, dovrebbero prenderlo un treno quando devono venire a recuperare voti in Calabria o Sicilia e ci dovrebbero spiegare come vogliono investire in questa risorsa. Senza treni, senza autostrade, ovverosia senza infrastrutture essenziali come può il Sud svilupparsi? Non solo è destinato a essere tagliato fuori dalla concorrenza perché i costi di produzione sono superiori, ma è costretto persino a pagare di più le merci che importa per le spese di trasporto.

Così siamo arrivati al paradosso che la spesa più cara risulta essere in Calabria, cioè nella regione italiana più povera.

Moretti avrà pure ragione a sostenere che al SUD non conviene investire, ma dovrebbe almeno spiegarci quanto conviene spendere per la Tav in Val di Susa. Dovrebbe, altresì, spiegare quanto si è già speso a lavori non ancora iniziati e dovrebbe, ancora, illustrarci, perché lo stato italiano spenderà soldi per un'opera che passerà prevalentemente in Francia.

Forse investire nel Sud della Francia è più conveniente rispetto al Sud Italia e, quindi, per dirla con un francesismo, I SICILIANI, I PUGLIESI, I CALABRESI, I MOLISANI, I LUCANI, I CAMPANI E GLI ABRUZZESI POSSONO ANCHE FOTTERSI?

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