venerdì 9 marzo 2012

Pompei, il Comune parte civile contro lo stato.

Il sindaco: "Gli amministratori hanno la responsabilità di vigilare e garantire che gli Scavi vengano preservati non solo per il Paese e il suo popolo, ma per l'umanità intera"
Un crollo nell'area archeologica di Pompei

Il Comune di Pompei si costituirà parte civile nei processi che saranno avviati a carico di chi sarà individuato, dalla magistratura quale responsabile dei crolli avvenuti nell'area archeologica.

"Lo sgretolarsi della storia e la necessità di prendersene cura, preservandone anche i frammenti, ci ha spinti a tanto", spiega il sindaco Claudio D'Alessio. E' da quando gli scavi sono stati inseriti nella lista dei siti Patrimonio dell'Umanità, nel 1997, si sottolinea al Comune, "che coloro che amministrano la città di Pompei hanno la responsabilità di vigilare e garantire che essi vengano preservati non solo per il Paese e il suo popolo, ma per l'umanità intera".

"Come amministratori della città di Pompei siamo consapevoli che la mancanza di una manutenzione ordinaria e di una conservazione programmata, per un sito di 109 acri di terra, di cui 50 ettari sotterranei, unita alla sollecitazione di milioni di turisti l'anno, l'assenza di drenaggio conseguente alle intemperie, una vegetazione senza controllo, hanno reso fragile l'intero sistema del Sito Unesco. Ed è proprio per tutte queste mancanze che non possiamo tacere. Abbiamo l'obbligo di rispondere - spiega - con un'azione concreta, e legale, per la tutela dell'immagine di Pompei perché ora non è più tempo di scegliere fra l'antica Pompei e la nuova Pompei".

Con l'approvazione della delibera di consiglio, la città di Pompei "si riterrà parte offesa in tutti i
procedimenti penali pendenti nei confronti dei soggetti individuati come responsabili dei crolli nel sito archeologico della città di Pompei".

la repubblica

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