venerdì 9 marzo 2012

Trenitalia, la Puglia isolata da tre mesi La politica in silenzio

Ricordate le promesse della politica all'indomani dell'entrata in vigore del nuovo orario invernale di Trenitalia per bloccare la sciagurata scelta della società ferrovaria di «tagliare» i treni, fermare i convogli a Bologna costringendo i passeggeri pugliesi a cambiare treno all'alba e salire sui lussuosi Frecciarossa per poi arrivare nella stazione di Milano?

Tre mesi dopo (era l'11 dicembre del 2011) quella rivoluzione nel trasporto ferroviario che causa disagi ai passeggeri da e per il Sud, tagliando di fatto in due il Paese, nulla è accaduto. Anche del tavolo, annunciato da Passera a Vendola non si sa più nulla.

Gli incontri dell'assessore regionale Guglielmo Minervini con i vertici delle Fs, la lettera del presidente Nichi Vendola al premier Monti, il vertice di qualche settimana fa di Vendola e Minervini con il ministro dello Sviluppo Passera oltre alle annunciate iniziative a sostegno della battaglia dei cittadini e della Gazzetta (del presidente del Consiglio Regionale e del capogruppo del Pd alla Regione «anche noi insieme ai pugliesi di notte in treno») di fatto non hanno risolto il problema: le tariffe sono rimaste quelle - alte - decise dall'amministratore di Trenitalia Moretti e nulla è cambiato per quanto riguarda la fermata obbligatoria a Bologna cui sono costretti i passeggeri diretti da Lecce e Bari a Milano.

Insomma i tentativi della politica, comprese le campagne di denuncia (sul palazzo del presidente della Regione Puglia sventola ancora quell'enorme cartello «La Puglia non è un binario morto, ridateci i treni»), alla fine sono risultati vani, praticamente un fallimento della politica.

Non sappiamo se ora la promessa del ministro Passera - che lo scorso 22 febbraio fece dichiarare a Minervini e Vendola di aver «trovato un ministro attento, non una controparte ma un interlocutore attento»- di convocare un tavolo, resterà una promessa o si tramuterà in un atto concreto. E soprattutto se con il nuovo orario estivo il ministro avrà modo di imporre a Moretti di ricollegare la Puglia al resto del Paese, cioè «di riequilibrare l’offerta di servizi tra nord e sud del Paese» e soprattutto di abolire il cambio a Bologna. Il ministro sappia che la Puglia non dimentica.

FRANCO GIULIANO

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