lunedì 9 aprile 2012

Una città svizzera sulle rive del Golfo

Il nuovo dispositivo di traffico adottato in via Caracciolo per le regate di Coppa America regala a residenti e turisti una Napoli nuova e inaspettate


IL NUOVO dispositivo di traffico, adottato a ridosso del lungomare in vista delle regate preliminari di Coppa America, ha creato nei primi giorni una situazione di vero e proprio caos. Ora, invece, complici anche le festività di Pasqua con relativa chiusura di scuole e uffici, chi circola per il centro di Napoli ha l'impressione di trovarsi in una città svizzera. Strade asfaltate di fresco, poco e ordinato traffico, regole della circolazione rispettate, vigili a ogni incrocio. E molti turisti, immuni dall'ansia dello scippo.

Osservato dall'alto, il più bel golfo della terra sembra la cornice antica che ha finalmente trovato un adeguato contenuto moderno: gli eleganti catamarani ad ala rigida, ritti come corazzieri nelle acque di Mergellina. Questa nuova immagine di Napoli sarà nei prossimi giorni negli occhi di telespettatori di tutto il mondo, sovrapponendosi al ricordo dei cumuli di rifiuti. Già solo per questo risultato, al di là del conto economico sulla manifestazione e sull'indotto turistico, i pochi giorni di regate preliminari di Coppa America si possono definire un successo.

Va dato atto al presidente degli industriali Graziano, a quelli di Regione Caldoro e Provincia Cesaro, al sindaco de Magistris di avere avuto una giusta intuizione e di averla caparbiamente difesa contro tutte le pigrizie fisiche e mentali di quella parte di città impegnata più a impedire agli altri di fare che a rischiare un'operazione o un investimento. In particolare, chi più di altri verrà associato alla scelta di Coppa America è il sindaco, sia perché è il padrone di casa dell'evento, sia per il coinvolgimento massiccio di tutta la macchina comunale. La stessa sorte toccò in negativo, nove anni fa, alla Iervolino, all'epoca della gara perduta con Valencia. Allora si trattava della "vera" Coppa America, cioè della manifestazione finale. Oggi si tratta solo di cinque giorni di regate preliminari, ma il vantaggio che de Magistris ne può trarre è notevole.

Peraltro il sindaco, che è alla guida di una coalizione di sinistra caratterizzata da forti impulsi ideologici, si sta rivelando nelle sue scelte pragmatico fino alla spregiudicatezza. Bisogna osservare quello che fa più di quello che dice, spesso fuori dalle righe. Chi pensava che l'amministratore avrebbe ceduto il passo al politico si deve ricredere. Anzi, mentre già zoppicano i tentativi di creare un movimento nazionale incentrato sui sindaci, l'impegno profuso da de Magistris nel lavoro quotidiano lo pone ai vertici della popolarità e della stima dei concittadini. Un aspetto fatto risaltare anche dal presidente Napolitano, che ha usato recentemente parole lusinghiere di cui il sindaco mena giustamente vanto.

De Magistris ha messo in ombra l'anima malinconica della città e ha puntato sull'energia e l'entusiasmo di chi è sempre pronto a ricominciare. Questa però è una città in cui è più facile dare avvio a qualcosa, anche ogni cinque minuti, che perseguirla con determinazione. La città svizzera di questi giorni è pronta a ripiegarsi sui suoi difetti levantini appena su Coppa America calerà il sipario. Napoli è piena di risorse individuali straordinarie, ciò che manca è la capacità di vivere collettivamente con ordine giorno dopo giorno, senza farsi sopraffare dalle continue emergenze.

C'è dunque bisogno di ordinaria manutenzione, più che di continue inaugurazioni. Ma anche gli eventi straordinari possono essere i benvenuti, soprattutto se non si pensa di affidare soltanto a loro il destino della città e, ancor più, se sono un mezzo e non un fine. Ossia, se essi sono più utili alla città di quanto la città sia utile a loro. Se comportano la costruzione di strutture da usare anche quando l'evento è finito, e non di inutili ingombranti. Se la spesa è ottimizzata e non sprecata.

Da questo punto di vista la Coppa America lascia poco, forse l'allungamento della massicciata di scogli bianchi davanti a via Caracciolo, che forse verranno tolti forse no. Se per la manifestazione fosse stato possibile scegliere lo specchio d'acqua di Bagnoli, si sarebbe potuto dare impulso a un progetto di riqualificazione urbana tuttora in alto mare. Bagnoli rischia di diventare, se non lo è già, il simbolo dell'inconcludenza napoletana. In una realtà sovraffollata e densamente cementata, c'è un'area meravigliosa, di fronte al mare, di cui da vent'anni non si riesce a fare nulla, tra il timore della speculazione, l'irrealtà dei progetti e gli anatemi dei vari ayatollah della purezza naturalistica. Siamo pronti a scommettere che il problema della colmata lo risolveranno solo il tempo e il mare, e che quando molti di noi avranno lasciato questa terra, essa sarà ancora lì, circondata dai dibattiti sul ripristino della linea di costa, la restituzione della spiaggia ai cittadini e l'identità sessuale degli angeli.

Se dunque l'evento Coppa America non lascerà opere materiali, possiamo però sperare in un'eredità spirituale ben più importante: la cultura dell'ordinaria manutenzione, della cura giorno per giorno, dell'assiduità dei comportamenti. Solo così si diventa svizzeri. Pensate un po', napoletano e svizzero fusi insieme: la perfezione.


REPUBBLICA

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