lunedì 21 maggio 2012

Coppa italia, i fischi all'inno di Mameli e lo schifo di Schifani.

Aspettavo la vittoria in coppa italia dal 1997 - ovvero dall'anno in cui il Napoli fu sconfitto in finale e si avviava a vivere gli anni più tragici della sua storia calcistica - e, tuttavia, confesso di aver goduto di più nell'ascoltare 40mila napoletani fischiare l'inno di Mameli rivendicando di essere partenopei e basta. 
Il presidente del Senato Schifani, presente ieri allo stadio Olimpico, si è detto sconvolto per l'accaduto e subito, con lui, si sono accodati una serie di giornalisti televisivi piazzati in rai per raccomandazione.

Io, però -che mi sconvolgo di più per il fatto che un personaggio squallido proveniente da un partito squallido come Schifani sia presidente del Senato - mi chiedo come mai nessuno si indigni per i cori vergognosi che accompagnano il Napoli ad ogni trasferta.

Il repertorio è vasto anche se è abbastanza ripetitivo e spazia da "lavali col fuoco, o Vesuvio lavali col fuoco", a "senti come puzza Napoli, sarà perché son colerosi, sarà perchè son terremotati e col sapone non si sono mai lavati" fino al più fantasioso "San Gennaro sieropositivo". 

Ebbene - fermo restando che io non ho mai sentito un tifoso del Napoli esultare per le tragedie altrui , invocare alluvioni o terremoti né, grazie al cielo, insultare il santo patrono di qualche città del Nord - mi chiedo su quali basi un Napolitano o un meridionale in genere debbano sentirsi italiani posto che sono emarginati  sul piano sociale, economico nonché culturale. 


Lasciamo stare i cori razzisti di una fetta consistente di Italiani del Nord, ma chiediamoci piuttosto se lo Stato italiano, che continua a spendere il triplo di soldi per il Nord rispetto al Sud, fa qualcosa per farci sentire italiani.
1) Perché il Sud non ha il diritto ad avere la Tav e, anzi, in treno si viaggia più lentamente rispetto al 1903?.
2) Perché il Sud non ha il diritto ad avere le stesse autostrade del Nord dove il rapporto di spesa è 1/100 ?
3) Perché il Sud non può avere gli stessi ospedali?
Insomma, per farla breve, perché il Sud, non possono avere le stesse possibilità di sviluppo e di lavoro rispetto al Nord e il governo italiano fa di tutto per frenare lo sviluppo del meridione.

Per non parlare dell'emarginazione culturale: il ministro Gelmini è stato capace di cancellare dai programmi scolastici ogni autore meridionale del '900!

Non credo che tutti gli spettatori che ieri hanno fischiato l'inno abbiano contezza della questione sociale, però costituisce sicuramente una forte rivendicazione di identità o, quantomeno, un insofferenza che non può più essere ignorata. Negli ultimi anni al San Paolo sono spariti tutti i tricolori e sono sempre di più presenti le bandiere duosiciliane (non perché si voglia la restaurazione dei Borbone, ma perché è l'ultimo simbolo che ci rappresenta);  ieri, durante i festeggiamenti, non ho visto un solo tricolore in strada ma solo tante bandiere con gli stemmi duosiciliani o striscioni con scritto "siamo partenopei".

Sull'argomento ho avuto da ridire su fb con l'On. Paola Frassinetti che, dopo aver scritto che fischiare l'inno è da schifosi, si è sentita offesa da me che l'ho invitata a fare un sondaggio su cosa sia ritenuto più schifoso tra il fischiare l'inno di Mameli e l'esercitare il mestiere del parlamentare.

La signora Frassinetti - sedicente dura e pura della destra sociale missina e che, tuttavia, convive benissimo nel PdL - ha replicato, con un atteggiamento velatamente mafioso, istigandomi a a ripeterle de visu l'invito.
Un atteggiamento tipico di chi viene da un mondo pieno di privilegi e non è abituata a confrontarsi sul merito delle cose. Del resto, ad esempio, l'On. Frassinetti, che è tanto brava a commuoversi ascoltando l'inno di Mameli e a minacciare chi è di parere avverso, non si è mai sentita in dovere di replicare con lo stesso tono ad personaggio come il leghista Matteo Salvini che ha frequentato negli anni che ha passato al consiglio regionale della Lombardia.

Chiediamoci, allora, perché ci si scandalizza della reazione di rifiuto dei colonizzati e, invece, si tace di fronte agli insulti dei colonizzatori (che non sono solo leghisti).
Io me lo sono chiesto e la risposta che mi sono dato è che quando si è schiavi ospiti in casa altrui si ha sempre torto: se un cameriere fa cadere i bicchieri perché il suo padrone lo fa inciampare, la colpa è comunque del cameriere!

All'On. Frassinetti ho anche chiesto di far istituire una giornata nazionale sui crimini del Risorgimento, ma la signora onorevole ha preferito non rispondere. 
E del resto perché avrebbe dovuto se a Torino esiste - senza che nessuno dica nulla - addirittura un museo dedicato a CESARE LOMBROSO, l'ebreo veronese che teorizzava l'inferiorità razziale dei meridionali, in cui sono esposte le teste mozzate dei meridionali che si opposero all'invasione del regno delle Due Sicilie?

Per fare un parallelo: pensate ciò che accadrebbe se in USA ci fosse un museo con esposte le teste degli schiavi negri. Come minimo ci sarebbe una sommossa, in Italia - invece - il biglietto per lo spettacolo costa solo € 2,00.

Ebbene, dunque, rinnovo la domanda, perché noi napolitani dovremmo sentirci italiani?
Sinceramente mi sento europeo, appartenente alla razza umana ma veramente non trovo ragioni per sentirmi italiano e, anzi, provo un certo fastidio a vederlo scritto sulla mia carta d'identità.
Un fastidio dovuto sicuramente a ragioni culturali e morali, ma soprattutto per l'embargo economico che il Sud subisce da 151 anni.
Nei giorni scorsi su internet girava un video in cui si mostrava l'evoluzione degli stati europei negli ultimi 1.000 anni: il Regno delle Due Sicilie era l'unico stato che è rimasto uguale per un millennio. Più di stati antichi come Inghilterra, Germania o Austria. In questo millennio siamo stati sempre floridissimi e terra di immigrazione, poi - ex abrupto - siamo diventati una terra di conquista. Tralascio la descrizione di quello che ci fecero perché ora non interessa, ma chiedo: è giusto che ogni anno 50.000 meridionali debbano emigrare in cerca di lavoro?

Conosco molto bene la Spagna e in regioni come la Navarra e il Pais Vasco - così come in Cataluya,nella Comunità Valenciana e in Galizia ma anche in Castilla y Leon -non ci si vergogna della propria identità:
guai a dire ad un basco di essere spagnolo, si rischia il linciaggio ed effettivamente le differenze culturali sono evidenti come tra un napoletano/meridionale e un italiano. Perché non possiamo prendere esempio da loro?

Provinciale non è chi rinuncia alla propria identità, ma chi vuole emulare le identità altrui.

Al Paese Basco e alla Navarra il governo di Madrid ha riconosciuto una forte autonomia (hanno addirittura una polizia autonoma): perché non possiamo sperimentare lo stesso in Italia dando al Sud la possibilità di spendere come meglio crede i propri soldi?

Perché,se da Palermo devo andare in aereo a Tunisi, devo prima passare per Milano?
Perché,  se devo trasportare della merce da Salerno a Potenza devo prima lasciarla al deposito di Sassuolo (Emilia Romagna)?

Non sono due esempi inventati: è veramente così!
Tanto è vero che la regione più povera d'Italia, la Calabria, è quella che paga la spesa più cara.

Eppure, secondo l'Istat ,in Calabria si paga di meno. Sapete perché? Il video ve lo spiega come meglio non potrei:








* Fino al 1861 per Napolitano si intendeva ogni abitante dell'area continentale del Regno, dai Calabresi ai Pugliesi.









4 commenti:

  1. Fischiare il proprio inno e' una cosa vergognosa, io da Napoletano non mi permetterei mai di fischiare l'Inno della mia Patria, quello di Paisiello che trovo molto solenne. Da Napoletano pero' fischio volentieri l'inno massonico di chi mi ha reso un colono, che mi costringe a trovare lavoro lontano dalla mia Terra, che quando mi ammalo spesso e malvolentieri devo recarmi in un ospedale del nord, costretto sempre a subìre le offese dei padani tra l'indifferenza delle istituzioni. Ma questo ci puo' stare perche' quelle istituzioni non mi rappresentano. Io mi sento Duosiciliano. Di questa nazione chiamata italia non so che farmene.

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    1. Smettiamola una buona volta con questo vittimismo..condanno ogni forma di razzismo..ma io sono italiano...e mi sono vergognato di essere corregionale con quei 40mila idioti che fischiavano l'inno...chiediamoci perchè a milano o torino le cose funzionano e a napoli no...chiediamoci che fine fanno i fondi che da decenni vengono stanziati per il mezzogiorno..chiediamoci insomma perchè abbiamo una cattiva reputazione...chiediamoci perchè...pur condannando sempre ogni forma di razzismo...

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  2. ragazzo, tu sì che hai capito tutto...imbecille fino al midollo.

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  3. Ovviamente mi riferisco all'ultimo anonimo - che invito a levare le tende e ad andarsene altrove per manifesta imbecillità - mentre condivido appieno il primo commento.

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