La circostanza non mi scompone più di tanto, laddove anche nel corso di Bologna-Napoli dello scorso campionato furono intonati cori analoghi destando stupore visto che, proprio un anno prima, l'Emilia era stata colpita dal terremoto.
Ebbene, fermo restando che se tale circostanza fosse confermata, ne sarei davvero felice, perché significherebbe che finalmente hanno capito che NOI NON SIAMO ITALIANI nè abbiamo mai voluto esserlo, mi è d'obbligo far presente ai padani che: 1) continuino pure a cantare canzoncine inneggianti al Vesuvio o al terremoto dell'Irpinia del 1980, tanto ultimamente la terra emiliana e il fiume Po ci stanno regalando notevoli soddisfazioni; 2) il Napoli calcio ha sbagliato a donare 500mila euro ai terremotati emiliani e non deve farlo mai più per casi analoghi; 3) bisogna smetterla di manifestare la nostra solidarietà ai subumani.
Il Napoli è grande, alcuni bolognesi molto piccoli.

Il progetto Napoli avanza, è in fieri, e non prevede cedimenti improvvisi. I tifosi azzurri siano orgogliosi e sereni, al di là dei mugugni per le strategie di De Laurentiis e i limiti di Mazzarri. Già, Mazzarri, il vero protagonista di questo progetto, da trattenere a tutti i costi, purché lui sia ancora stimolato dal tentativo di vincere lo scudetto col Napoli e di giocarsi la Champions Legue. Walter è probabilmente il miglior allenatore della storia del Napoli, e di grandi tecnici ce ne sono stati sulla panchina azzurra. Giova ricordare che la mentalità vincente, a prescindere dal fattore campo, è una sua impronta, che ogni giocatore cui lui dà fiducia riesce a offrire il centoventi percento, che il suo staff riesce a ridurre al minimo, quasi nullo) gli infortuni e lo stress fisico. Perdere un tecnico così sarebbe problematico e De Laurentiis lo sa benissimo.
Il Napoli ha ora il dovere di proseguire il rafforzamento per puntare al vero grande obiettivo del prossimo anno: il tricolore. E dovrà provarci con la consapevolezza che la Champions porterà via energie. Ecco perché la panchina dovrà essere lunga e forte, ecco perché questo mercato sarà fondamentale per le ambizioni del Napoli, che di soldi da spendere ne ha. Cavani si o Cavani no? Tutti dicono che ormai sia già altrove ma a me questa vicenda non ha mai appassionato, così come quella di Mazzarri. Il continuo chiacchiericcio è fonte di inchiostro per i quotidiani da vendere e ha stufato. Ogni anno la questione Mazzarri e quella del top-player di turno in partenza agitano le acque. Ma Cavani non è affatto già altrove. Le offerte ci sono ma soddisfano solo il calciatore, non la società. Chi vorrà il matador dovrà assicurare l’intera somma della clausola rescissoria e in caso contrario toccherà al Napoli accontentare il calciatore con un sostanzioso ritocco sull’ingaggio. La partita è tutta qui.
